Il nuovo attaccante del Frosinone, Vincenzo Millico, prelevato in prestito dal Torino, si è presentato ai suoi nuovi tifosi rilasciando le seguenti dichiarazioni sul sito ufficiale della società laziale: “E’ stata una scelta facile perché conoscevo bene il progetto del Club e poi il direttore Angelozzi è stata la persona che mi ha voluto con maggiore forza. Da quando sono qui mi sta trattando con grande attenzione e rispetto. Questa cosa mi fa rendere conto sempre di più che ho fatto la scelta giusta. Sicuramente sarà un bellissimo ricordo che porterò con me nel futuro ma non è detto che saranno solo sei mesi qui a Frosinone. E comunque voglio aiutare questa squadra in tutto e per tutto, credo di poterlo fare per il raggiungimento degli obiettivi che si sanno. E in ogni caso qualsiasi sarà l’obiettivo io mi sento pronto per aiutare a raggiungerli. Credo che posso dare il mio meglio nel ruolo di esterno alto nel modulo a tre attaccanti, ma posso giocare anche nel 3-5-2 da seconda punta. Negli ultimi 3 anni, tra gli allenatori che sono passati al Torino, ho sempre giocato nel 3-5-2 ed ho agito da seconda punta. Un ruolo che mi sta piacendo. Perché voglio imparare a giocare in più moduli per aiutare sempre di più la squadra in qualunque situazione.
Fisicamente sto bene, ho avuto il Covid dopo la 2a di campionato col Torino. Dopo un mese fermo ho avuto un affaticamento muscolare, normale in questi casi perché devi quando rientri devi spingere per riacquistare la condizione per farti trovare pronto. Ma ora sto bene, mi sto allenando con i compagni già da una settimana. “L’obiettivo di ogni calciatore è giocarle tutte. Chi non lo dice forse non ama questo sport. Quanto ai gol, nessuno può prevederlo. Ognuno pensa a farne sempre di più. Non c’è un obiettivo ben preciso. In questa stagione ho fatto 3 presenze. Ho avuto anche alcuni infortuni, il Torino all’inizio credeva in me, non mi ha lasciato partire perché ero all’interno del progetto ma poi le cose possono cambiare in corsa. Al Frosinone ci credo, voglio raggiungere qui tutti gli obiettivi possibili sia personali che di squadra. E spero che sia una stagione piena di emozioni che ci permetta di toglierci grandi soddisfazioni.
Con il mister Coppitelli in Primavera c’è stata la mia consacrazione nel calcio dei grandi. Con lui feci molto bene, mi sentivo libero di esprimere le mie caratteristiche, ci divertivamo insieme. Lo ringrazio per le belle parole che ha avuto nei miei confronti, magari ci fosse stato un altro al suo posto non so se sarei riuscito ad esprimermi così. Perché tante volte ci sono delle dinamiche che con un allenatore non riesci ad esprimere, allora sei costretto ad andare altrove. E magari un giocatore a quel punto si può anche perdere. E allora sono io che devo ringraziare chi mi ha fatto stare bene. Ci sono state tante dinamiche che un giocatore non può cambiare. Ci sono le gerarchie, ci sono altre situazioni, gli ultimi anni non siamo andati bene e magari a volte buttare nella mischia un giovane non è facile quanto farlo se la squadra va a gonfie vele. Ma debbo anche dire che tutti gli allenatori hanno creduto in me. Mazzarri in due anni non mi ha mai voluto lasciare andare, io chiedevo di andare in prestito per una crescita personale ma mi hanno sempre chiuso le porte. Mister Giampaolo ad inizio stagione ha fatto la stessa cosa, poi in questi sei mesi le cose sono cambiate e quindi giustamente abbiamo preso insieme la strada di questa soluzione di venire qui ed aiutare il Frosinone.
Io non ho mai guardato la serie B da calciatore di A. Guardavo la B come un giocatore di calcio, senza mai sminuire i Cadetti. Chiaramente ero un calciatore di una squadra di serie A per cui mi sentivo di essere più concentrato su quel campionato. Quando mi è stato chiesto che si cercava una serie A per andare a giocare è perché c’erano formazioni della massima serie pronte a prendermi e io volevo fare quel tipo di esperienza. Ma io sono stato anche il primo in questi 3 anni di lasciarmi andare a giocare in serie B. Per me l’importante è giocare, crescere ed affermarmi.”